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PSICOLOGIA E INTERNET, FORMAZIONE A DISTANZA, TECNOLOGIE DELL'INFORMAZIONE E DELLA COMUNICAZIONE MEDIATA DAL COMPUTER

 

Tutto ciò che può essere fatto con un computer può essere fatto anche senza. Nell'epoca del digitale un'affermazione come questa può sembrare assurda, ci si potrebbe chiedere infatti: perché non farlo con il computer? Il punto è proprio questo. Il computer è diventato uno strumento di massa solo dalla prima metà degli anni novanta del secolo scorso, in seguito all'invenzione delle Graphic User Interface (GUI). Prima di allora, tutto ciò (o quasi) che oggi viene normalmente fatto con il computer in ambito domestico, ma in parte anche in ambito lavorativo, veniva fatto senza. L'avvento dei computer ha causato due cambiamenti sostanziali: ha moltiplicato la quantità di operazioni possibili nell'ambito di una determinata applicazione, e ha aumentato esponenzialmente la velocità delle suddette operazioni. Tali cambiamenti, com'è facile intuire, sono complementari. Poi un computer è stato messo in comunicazione con un altro, e poi con un altro, e poi con un altro ancora e così via, e tutti questi computer hanno cominciato a comunicare insieme contemporaneamente. Era nata l'internet, più familiarmente chiamata "internet", senza l'articolo davanti. Internet ha a sua volta moltiplicato a un livello superiore le capacità dei singoli computer che la componevano. La relazione tra un singolo computer e internet è simile a ciò che accadeva prima della diffusione dei computer stessi. Ancora una volta si è avuta una moltiplicazione delle operazioni possibili, e una ulteriore accelerazione delle stesse. Tutto ciò che oggi si fa normalmente usando internet, era possibile farlo anche senza, e, di fatto, fino a pochi anni fa era così. Un odierno adolescente, per il quale i computer e internet sono sempre esistiti, farebbe fatica a immaginare come fosse possibile ottenere le stesse informazioni che oggi si possono avere con un computer e una connessione in pochi secondi, prima della diffusione dei computer come elettrodomestici presenti in ogni casa, o quasi, e di internet come mezzo di comunicazione di massa. Tutto ciò ha determinato una moltiplicazione e una velocizzazione di quanto riguarda la comunicazione e l'apprendimento. Si sono moltiplicate le sottoculture e i relativi linguaggi, determinando una nuova economia della comunicazione, improntata proprio alla molteplicità dei canali di comunicazione e alla velocità alla quale vengono usati. Alle tradizionali forme di approccio e di interazione "verso" e "con" l'altro si sono sommate le nuove forme di approccio e interazione, producendo a volte un miscuglio, il cui risultato finale, se mai ci sarà, è ancora lungi dall'essere in vista. E' questo che i computer e internet ci hanno abituati a pensare: non può esserci più nulla di definitivo, tutto è in continuo cambiamento, in perenne movimento. La diffusione dell'uso di internet ha realizzato quello che alcuni psicologi cognitivisti teorizzavano qualche decennio prima, cioè la creazione e la trasmissione della conoscenza e, più in generale, della cultura, non più in senso unidirezionale, lineare, da un'unica fonte trasmittente verso uno o più ricettori passivi, che non avevano modo di reagire al contenuto dei messaggi se non memorizzandoli e riproducendoli, ma in senso multidirezionale, circolare, anzi, per essere più attinenti all'argomento, reticolare. L'innovatività di internet come mezzo di comunicazione di massa consiste inoltre nell'essere, più che un unico mezzo, un meta-mezzo, un mezzo di mezzi cioè, contemporaneamente un mezzo di comunicazione di massa e un contenitore di altri mezzi di comunicazione di massa, basti pensare infatti alle molteplici forme che in rete possono assumere le comunicazioni tra due o più utenti, forme per tutti i gusti, all'interno delle quali ognuno può trovare la propria dimensione espressiva ideale e, se non fosse soddisfatto di quelle esistenti, crearne una nuova. Una delle immediate ricadute della diffusione di internet come mezzo di comunicazione di massa si è avuta nel campo della formazione. Cos'è la formazione, del resto, se non comunicazione? Fu subito chiaro a tutti che internet stava rivoluzionando il modo in cui fino a prima della sua diffusione la conoscenza era stata concepita. La nuova immagine della conoscenza era più simile a una sorta di fluttuante nuvola amorfa creata, modificata e mantenuta da una incommensurabile intelligenza collettiva, i cui neuroni erano i computer sparsi in tutto il mondo, e i cui assoni erano i fili del telefono. Ognuno poteva attingere a proprio piacimento da questo calderone culturale e riversarvi a sua volta quei contenuti di cui era capace e che riteneva opportuni. Era nata una forma di apprendimento nuova, denominata net learning (apprendimento in rete). Il passo successivo consistette nell'applicare al net learning i principi della formazione tradizionale, organizzando quindi la conoscenza in modo tale da poter essere somministrata nell'ambito di discipline specifiche, riconoscendo uno o più enti come erogatori della formazione, e uno o più enti come discenti. Era quello comunemente conosciuto come "formazione a distanza" (fad), anche se in realtà sarebbe più corretto chiamarla formazione on line (fol). E' un errore, infatti, identificare la formazione on line, che prevede l'uso di computer e internet, con la formazione a distanza in generale, che ha una storia ben più lunga. La formazione a distanza riconosce infatti la sua prima generazione nei i primi corsi per corrispondenza, nei quali il materiale didattico veniva inviato per posta su supporti cartacei dai docenti ai discenti. La seconda generazione vede sostanzialmente un passaggio dai vecchi supporti cartacei a tipi più sofisticati, plurimediali, come le videocassette prima, i computer e i cd-rom poi. Oggi si parla di formazione a distanza di "terza generazione" quando ci si riferisce all'attuale uso che si fa della rete e dei computer finalizzato non solo allo scambio di materiale didattico, ma alla creazione e gestione di vere e proprie classi virtuali. La quarta generazione sarà probabilmente basata su tecnologia tridimensionale. Queste nuove forme di insegnamento e apprendimento hanno avuto il merito di rinnovare l'attenzione sull'importanza di percorsi di studio individuali e personalizzati, che rispettassero cioè gli stili cognitivi dei discenti, con ricadute positive anche nel campo della tradizionale formazione in presenza, per esempio nel caso di soggetti con disabilità cognitive, o anche di soggetti normodotati insofferenti ai vecchi, sterili metodi di insegnamento. Agli indubbi svantaggi della formazione on line rispetto alla formazione in presenza, che si possono riassumere nell'ineccepibile osservazione che "nella formazione a distanza manca l'elemento fondamentale dell'interazione in presenza", si possono contrapporre gli altrettanto indubbi vantaggi di una maggiore economia, sia dal punto di vista finanziario che da quello logistico. Le diverse modalità, sincrone e asincrone, offerte dalla formazione on line, consentono infatti ai discenti di organizzare l'apprendimento personale e professionale in funzione delle proprie esigenze di spazio e di tempo. Quanto alle critiche su una presunta minore efficacia della formazione a distanza di ultima generazione rispetto alla formazione in presenza, si può ricordare che nemmeno la migliore formazione in presenza è in grado di garantire al di sopra di ogni dubbio il miglior apprendimento possibile. In qualunque caso, le conseguenze dell'avvento di internet non sono in discussione, dato che da uno sconvolgimento di tale portata non si torna più indietro ma si può pensare, bensì, solo di andare avanti. Piuttosto, le più importanti sfide che la conoscenza globale determinerà in futuro non riguardano tanto il modo in cui essa verrà distribuita, ma altri due aspetti: il primo concerne la capacità di distinguere nella massa di informazioni quelle vere da quelle false, e il secondo la capacità di scartare quelle inutili da quelle necessarie.

 

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